La festa di Halloween, molto sentita a Dublino, da qualche anno si è arricchita di un nuovo festival che celebra uno dei suoi figli più famosi e ritrovati, Bram Stoker, autore di Dracula, con il Bram Stoker Festival, dal 26 al 28 ottobre.
Questo festival è stato celebrato per la prima volta nel 2012, anno in cui ricorreva il centenario della morte di Bram Stoker. Grazie a questo centenario, Dublino ha riscoperto un autore nato in questa città nel 1847 e qui vissuto per 31 anni ma che viene di solito annoverato tra gli autori britannici. Infatti Bram Stoker svolse la sua attività di scrittore a Londra, quando l’Irlanda faceva ancora parte dell’Impero britannico.
Su Bram Stoker ho scritto un altro post l’anno scorso che potete leggere qui.
Il festival, con il suo ricco programma di eventi, letture e spettacoli all’aperto è l’occasione anche per discutere l’eredità di Dracula, esplorare aspetti della narrativa gotica ma anche di divertirsi con storie di fantasmi e vampiri.
Su Bram Stoker ho tradotto un lungo articolo, riportato di seguito, tratto dal programma dello spettacolo teatrale Stoker, di Paul Walker, andato in scena nel Samuel Beckett Theatre del Trinity College nell’ottobre/novembre 2012:
Dracula di Bram Stoker è uno dei romanzi più importanti del Novecento, incentrato su un personaggio che è diventato onnipresente nella cultura popolare. Ma se la fama di Stoker è legata a Dracula, la sua vita fu dominata da una passione completamente diversa, quella per il teatro.
Vita di Stoker a Dublino
All’inizio del 1870, il giovane Stoker lavorava come impiegato nel castello di Dublino ma trascorreva tutte le sue serate nella platea di qualche teatro, cercando di non perdersi nessun spettacolo, spesso accompagnato dal padre Abraham. La famiglia Stoker conduceva un’intensa vita sociale. La madre di Stoker era un’attivista per i diritti delle donne e conosceva Sir William Wilde e sua moglie, Speranza, che era a sua volta un’attivista nazionalista e una poetessa. Frequentando le serate dei Wilde nella loro casa di Merrion Square, Stoker incontrò per la prima volta Oscar, in visita alla famiglia da Oxford. Fu durante una di queste serate che Oscar incontrò e corteggiò la giovane Florence Balcombe, che era stata vicina di casa di Stoker a Clontarf.
Stoker nutriva l’ambizione di diventare un attore ma si ritrovò a prendere un’altra direzione. Frustrato dal fatto che a Dublino non esistesse una critica teatrale, iniziò a scrivere recensioni, senza esser pagato, per i giornali dublinesi, scoprendo che in questo modo poteva ottenere accesso a un mondo che fino ad allora aveva osservato solo dall’esterno. Approfittando del senso di potere conferito ai critici, prese a cenare con attori e a dare consigli paterni alle giovani attrici.
L’incontro con Irving
All’inizio del novembre 1876, Stoker scrisse una recensione dell’Amleto in scena al Theatre Royal, che aveva come protagonista il carismatico attore inglese Henry Irving. Irving, uno degli attori più famosi e influenti del suo tempo, fu lusingato dalla recensione e invitò Stoker a cena allo Shelbourne; rimasero a conversare per un’intera notte e così cominciò la relazione più significativa della vita di Stoker. Nel novembre del 1877, Irving offrì a Stoker la posizione di direttore del teatro Lyceum di Londra, che intendeva acquistare e restaurare per farne la sede della sua compagnia teatrale. Stoker accettò e si trasferì a Londra con la moglie, Florence Balcombe, che qualche anno prima era stata fidanzata con Oscar Wilde, appena cinque giorni dopo il loro matrimonio nella chiesa di St. Ann in Dawson Street. Per i 28 anni successivi, Stoker rimase alla mercè del tirannico Irving: supervisionò tutti gli aspetti della carriera dell’attore e, sotto l’attenta gestione di Stoker, il Lyceum divenne il primo teatro di Londra, consolidando lo status di Irving di attore più famoso d’Inghilterra.
La gestione del teatro Lyceum
La sua posizione al Lyceum pose Stoker al centro dello scintillante mondo del teatro londinese, dove incontrò le persone più famose e influenti del tempo. Thomas Carlyle, Oscar Wilde, Dante Gabriel Rossetti, William Gladstone, Alfred Lord Tennyson, Franz Liszt, Arthur Conan Doyle, Buffalo Bill e Mark Twain varcarono tutti le porte del teatro Lyceum ed entrarono nella cerchia di Stoker.
La compagnia del Lyceum andò in tournée in Nord America per otto volte portando con se costumi e set straordinari, un repertorio shakespeariano acclamato dalla critica e gli attori più famosi d’Inghilterra: Irving e Ellen Terry. L’efficienza organizzativa di Stoker era leggendaria; le tournée da lui gestite funzionavano come un orologio e il Lyceum era famoso per non avere mai cancellato uno spettacolo, neanche durante la Grande Tormenta del 1888. Fu in America che Stoker incontrò per la prima volta Mark Twain e fece visita a Walt Withman, con il quale aveva già formato un’amicizia epistolare.
Stoker amava il suo posto al centro del mondo teatrale ma Irving, pur essendo un grande attore, era una persona difficile. Vanitoso, petulante e sprezzante, non esitava a screditare le circostanze o le persone che minacciavano di distogliere l’attenzione dalla sua persona. Stoker lo idolatrava ma a volte veniva trattato da servitore, il cui unico compito era quello di servire Irving e il teatro Lyceum. Lavorava duramente, occupandosi di tutto, produzione, finanze, pubblicità e personale in modo che Irving potesse essere libero di dedicarsi al suo ruolo di più grande attore classico del suo tempo. La fama di Irving ottenne un riconoscimento quando ricevette il titolo di baronetto dalla Regina Vittoria, un titolo che era stato conferito a un attore per la prima volta nella storia.
La vita domestica di Stoker
Le pretese di Irving e l’impegno richiesto dalla gestione del Lyceum gettarono una lunga ombra anche sulla vita domestica di Stoker. Gli Stoker ebbero un solo figlio, un fatto che forse indicava che la pazienza di Florence nei confronti della devozione di Bram a Irving avesse dei limiti. Stoker non chiamò suo figlio Abraham, il nome suo e di suo padre ma Irving, Irving Noel Thornley Stoker. Il figlio di Stoker più tardi rifiutò di farsi chiamare Irving, scegliendo invece il nome Noel e parlò sempre apertamente della sua amarezza nei confronti di Irving, che riteneva avesse allontanato il padre da lui e dalla madre.
L’attività di scrittore e l’ispirazione per Dracula
Per tutto il tempo che fu coinvolto con il teatro, Stoker continuò a scrivere, passando dalla critica alla narrativa. Pubblicò dei racconti brevi e nel 1890 il suo primo romanzo, The snake’s pass, fu pubblicato a puntate. Lo stesso anno iniziò a raccogliere appunti per una storia di vampiri e iniziò a scrivere Dracula nel 1895, pubblicandolo poi nel 1897. Per assicurarsi i diritti su alcune parti del romanzo, Stoker ne diede una lettura pubblica al Lyceum nel maggio del 1898; anche se l’accoglienza della critica fu generalmente positiva, Irving dichiarò che l’opera era “terribile”.
Si pensa che l’ispirazione per Dracula derivi da diverse fonti. Da bambino Stoker fu molto malato e rimase confinato a letto fino all’età di 7 anni. Per distrarlo, la madre era solita raccontargli storie della sua infanzia nell’ovest dell’Irlanda, intrattenendolo con racconti di fantasmi e uomini impiccati e di persone che bevevano il sangue del bestiame durante la Grande Carestia. Inoltre, il Faust fu rappresentato al Lyceum proprio durante la scrittura del romanzo, e forse a questo si ispira l’idea della battaglia per la conquista di anime.
Noel raccontò al biografo di Stoker che il padre scherzando diceva di avere avuto l’idea del romanzo da un incubo avuto dopo una cena a base di granchi conditi. Soprattutto, è difficile non vedere Irving nella figura del Conte Dracula: l’ego smisurato che deve nutrirsi delle energie degli altri.
La rottura con Irving
Verso la fine della vita di Stoker, il rapporto tra lui e Irving si era ormai incrinato. L’interferenza di Irving nelle questioni finanziarie del Lyceum, all’insaputa di Stoker, si era rivelata disastrosa e aveva messo a dura prova il loro rapporto. La salute in declino di Irving faceva sì che questi trascorresse sempre meno tempo a Londra. Quando Irving morì nel 1905, dopo aver subito un collasso appena uscito di scena, Stoker riprese il suo ruolo familiare e sistemò tutti gli affari dell’attore. Nel 1906 pubblicò due volumi adoranti di ricordi personali sulla vita di Irving. Dal 1906 al 1912, anno della sua morte, Stoker continuò a scrivere occupandosi più di giornalismo che di narrativa.
Sembra un’ironia, se si considera l’assoluta lealtà di Stoker nei confronti di Irving, che oggi sia l’opera di Stoker e non l’attività di Irving ad essere ricordata.
In qualche modo però, la transitorietà è il destino degli attori e di tutto il teatro; la reputazione di Stoker ha eclissato così completamente quella di Irving che quest’ultimo viene ricordato oggi solo come possibile fonte di ispirazione per Dracula.