Cento anni fa, quattro minuti dopo mezzogiorno del 24 aprile 1916, Patrick Pearse lesse la Proclamazione della Repubblica d’Irlanda fuori dal GPO di O’Connell Street, la sede delle poste di Dublino, davanti ai passanti incuriositi.
Fu l’inizio di un’insurrezione breve e violenta alla fine della quale 16 leader furono giustiziati (14 nella prigione di Kilmainham), e che provocò la morte di circa 500 civili e la distruzione del centro di Dublino sotto il fuoco dell’artiglieria dell’imbarcazione inglese Helga. L’insurrezione fu un insuccesso e i ribelli furono sconfitti ma quell’evento segna comunque l’inizio della nazione irlandese.
Uno degli aspetti più rivoluzionari del manifesto del “Governo provvisorio della Repubblica irlandese” fu di rivolgersi esplicitamente anche alle donne irlandesi, “Irishmen and Irishwomen” e di promettere un governo nazionale che rappresentasse tutto il popolo e che fosse eletto da tutti gli uomini e tutte le donne, in un’epoca in cui le donne nel Regno Unito non avevano il voto.
E leggendo le testimonianze e le cronache del tempo si scopre che furono molte le donne che parteciparono attivamente all’insurrezione. La maggior parte ebbe il ruolo di corriere o di infermiera, ma alcune non esitarono a imbracciare un fucile e a combattere al fianco degli uomini. Circa 60 erano membri di Cumann na mBan (la Lega delle donne), un’organizzazione formata nel 1914. Tra di loro figure come Elizabeth O’Farrell, incaricata di consegnare il messaggio della resa, o la contessa Constance Markievicz, il comandante in seconda nella postazione di St. Stephens Green. O come la sfortunata Margaret Keogh, un’infermiera uccisa mentre accorreva a prestare soccorso a dei feriti incurante del fuoco nemico. Ecco qualcuna delle loro storie.
Elizabeth O’Farrell (1884-1957)
Nel famoso film Michael Collins di Neil Jordan del 1996 il messaggio della resa degli insorti viene consegnato da un uomo. In realtà le cose non andarono proprio così, infatti fu una coraggiosa ragazza di nome Elizabeth O’Farrell a uscire dal GPO sfidando le pallottole nemiche con in mano la bandiera bianca.
Nata a City Quay, Dublino, lavorava come ostetrica presso il National Maternity Hospital di Holles Street, ed era un membro di Cumann na mBan quando scoppiò la rivolta a Dublino.
O’Farrell fu incaricata di portare messaggi prima e durante l’insurrezione, e si occupò di consegnare bollettini e istruzioni alle varie postazioni dei ribelli sparse per la città. Fu una delle tre donne che rimase nel GPO fino all’ultimo giorno occupandosi dei feriti, tra i quali anche il leader James Connolly. Alle 12.45 di sabato 29 aprile, dopo 6 giorni di scontri, le venne affidato il distintivo della Croce rossa e una bandiera bianca e le fu chiesto di consegnare la resa ai militari inglesi. Uscì dal GPO in mezzo al fuoco nemico in Moore Street, che cessò non appena fu riconosciuta la bandiera bianca.
O’Farrell venne accompagnata dal Brigadiere Generale William Lowe che la rimandò da Patrick Pearse al numero 16 di Moore Street con la richiesta di una resa incondizionata. Pearse acconsentì e, sempre accompagnato da O’Farrell, si arrese di persona al generale Lowe. Subito dopo, insieme a un prete e tre soldati, O’Farrell si occupò di portare l’ordine della resa a tutte le postazioni degli insorti.
Anche se oscurata in parte da Pearse, la figura di Elizabeth O’Farrell appare in una fotografia che cattura il momento della resa in Moore Street ma la foto venne in seguito manipolata, tanto da cancellare la figura della donna accanto a Pearse, per motivi ancora oggi oscuri. Perché la sua figura fu eliminata dalla foto, prima in parte e poi del tutto? La questione è stata frequentemente dibattuta ma per fortuna il ruolo di Elizabeth è stato poi riconosciuto dagli storici. Solo dagli storici però perché nella serie TV Rebellion di RTÉ, trasmessa all’inizio del 2016, indovinate chi porta la bandiera bianca? Esatto, un uomo anche qui.

A sinistra la foto originale, nel centro le espressioni dei soldati inglesi sono state cambiate, a destra la foto in cui ogni traccia di Elizabeth O’Farrell è stata eliminata. Foto del National Museum of Ireland, Decorative Arts & History
Contessa Constance Markievicz (1868-1927)
Delle donne che parteciparono alla insurrezione di Pasqua, Constance Markievicz è sicuramente la più nota. La sua vita fu talmente complessa e ricca di eventi da sembrare un romanzo.
Nata a Londra come Constance Gore-Booth, figlia di ricchi proprietari terrieri della contea di Sligo, di famiglia protestante, crebbe in mezzo agli agi nella tenuta di famiglia, Lissadell.
Il poeta William Butler Yeats era un amico di famiglia e molti anni più tardi dedicò a Constance e alla sorella Eve la poesia “In Memory of Eva Gore-Booth and Con Markiewicz”.
Fu proprio ispirata da W. B. Yeats che Constance cominciò a interessarsi alla causa del nazionalismo irlandese e ai problemi sociali, in un tempo in cui le donne non avevano ancora il diritto di voto né potevano diventare membri del parlamento. Dopo aver studiato arte a Londra e a Parigi, Constance incontrò e sposò il Conte polacco Casimir Dunin-Markievicz con il quale tornò a Sligo nel 1901. Qui nacque la loro figlia Maeve che però fu allevata per lo più dai nonni.
Infatti Constance fu sempre più coinvolta in attività politiche e più tardi rivoluzionarie. Nel 1903 si trasferì a Dublino dove si unì a Inghinidhe na hÉireann (Figlie dell’Irlanda) e dove più tardi fondò Na Fianna Éireann, un’organizzazione per ragazzi simile ai boy scout, ma dove si imparava anche a sparare.
Al fianco di James Connolly, si occupò di organizzare le mense per i poveri durante la serrata del 1913 e si unì infine alla Citizen Army, un’organizzazione paramilitare nata con l’intento di proteggere gli scioperanti dalla polizia ma che in seguito prese parte alle attività rivoluzionarie. Come membro della Citizen Army, nella insurrezione del 1916 Constance fu nominata comandante in seconda a Stephen’s Green e difese coraggiosamente la posizione per sei giorni. Come raccontano alcuni testimoni, durante la resa Constance baciò il proprio revolver prima di consegnarlo a un ufficiale britannico.
Come gli altri leader, fu condannata a morte per fucilazione per “avere preso parte a una ribellione armata contro Sua Maestà il Re” ma poiché era una donna, la sua sentenza fu convertita in una condanna all’ergastolo che scontò però solo fino all’amnestia del 1917.
Nel 1918 Constance Markievicz fu la prima donna a essere eletta nella House of Commons a Westminster per il partito Sinn Fein. Tuttavia non andò a Londra a prendere il suo posto perché i 78 deputati irlandesi eletti formarono un parlamento a Dublino, dichiarando nuovamente l’indipendenza dalla Gran Bretagna.
Constance Markievicz fu eletta Ministro del Lavoro del nuovo parlamento irlandese, la prima donna al mondo a ricoprire il ruolo di ministro, oltre a essere stata la prima donna in assoluto a essere eletta nel parlamento inglese.
Negli anni seguenti Constance Markievicz continuerà a essere coinvolta in attività politiche e caritatevoli dedicandosi completamente alla causa irlandese e ai poveri di Dublino fino alla sua morte.
La ricordiamo con le parole di Yeats, nell’elegia che il poeta scrisse per lei e la sorella nel 1927:
“La luce della sera, Lissadell,
grandi finestre aperte a sud,
due ragazze in kimono di seta, belle
entrambe, una di loro una gazzella.”
W. B. Yeats
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Chi visiterà l’Irlanda nel 2016 potrà assistere inoltre a innumerevoli eventi e mostre dedicati all’insurrezione.